CARPATHIAN ADVENTURE 2018

2018.06.22 – 2018.07.04 / 5373 km

Italia 🇮🇹, Croazia 🇭🇷, Slovenia 🇸🇮, Bosnia & Erzegovina 🇧🇦, Montenegro 🇲🇪, Kosovo 🇽🇰, Macedonia 🇲🇰, Bulgaria 🇧🇬, Romania 🇷🇴, Ungheria 🇭🇺, Slovenia 🇸🇮, Switzerland🇨🇭, Italia 🇮🇹. 

Abbandonata l’idea del lungo viaggio in Siberia ed abbandonata anche quella di raggiungere Mosca causa il poco tempo a disposizione, organizzazione, visti e attese relative, ho deciso di tornare nei Balcani. Ormai la preparazione del viaggio, per qualunque destinazione risulta veloce, le cose da portare, l’abbigliamento e tutto il resto è già tutto nella mia mente, non rimane che preparare la moto, decidere il percorso di massima, ragionare sui tempi e partire.

Itinerario – 5650 km
La Spezia, Montecreto, Bihac, Pluzine, Skopje, Idilevo, Shabla, Brasov, Makò, Keszthely, Ciginj, Bormio, Domodossola, La Spezia.

22 Giugno 2018 – 130,7 km, primo giorno
La Spezia – Montecreto

Moto tagliandata, bagagli preparati con cura, itinerario installato sul navigatore e stivali nuovi; tutto pronto per la nuova avventura! Lungo giro nei Balcani per raggiungere i Carpazi e ritorno. Partenza nel pomeriggio di venerdì 22 giugno per Montecreto così da risparmiare 130 km circa nella tappa di sabato destinazione Bihac, Bosnia & Erzegovina.
Partito verso le 18:15, ho fatto il Passo del Vestito e il Passo delle Radici, alle 20:30 ero in casa a Montecreto. A letto presto!

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23 Giugno 2018 – 658 km, secondo giorno
Montecreto – Bihac

Tappone di avvicinamento. Partenza alle 06:45 così, fra l’ora e l’altitudine (850 m s.l.m.) era veramente fresco! Tutta statale sino a Ferrara, poi autostrada e via veloce sino a Trieste. A Basovizza, poco prima del confine con la Slovenia, sosta bucolica mangereccia con ciabatta ed emmental, rimpiangendo la focaccia di Gian! Entrato in Croazia con la strada che costeggia il mare, panorami mozzafiato ma poi la strada interrotta mi ha costretto ad affrontare traffico convulso sino quasi a Klenovica, poi da Segna verso l’interno il traffico è scomparso e dopo una bellissima salita mi sono infilato in una piccola stradina che mi ha riportato a Otocac, dove mi ero fermato a dormire nel 2015. Dopo ancora strada con belle curve sino al confine con la Bosnia & Erzegovina. Bihac dove ho prenotato l’hotel è una quindicina di km più avanti. Motel Kamenica niente male, tutto nuovo, con ristorante e stazione di servizio annessi, con 32 + 5 euro camera con colazione e cena compresi! Buonanotteeee!

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24 Giugno 2018 – 430 km, terzo giorno
Bihac – Pluzine

Alle 8 circa partenza, brutto inizio, ho dimenticato il blocca disco, ma nessun problema! Attraversamento delle varie cittadine e lunghi, e molto belli, tratti senza abitazioni, solo qualche casetta persa sulle colline, ogni tanto un pastore con il suo gregge ed i cani che abbaiano per tenerle a bada. Strade ottime, persone molto gentili, mi sono fermato a riposarmi in un prato e persone in una casa non lontano si sbracciavano per invitarmi da loro, non avevo tempo, ma sarebbe stato carino fermarsi. Comunque la stessa strada fatta nel 2015 per andare ad Odessa. La parte della Bosnia che confina con il Montenegro, non è Bosnia, ma, anche se ancora non riconosciuta dall’ONU, è la Repubblica Serba, e le ultime decine di chilometri prima della frontiera, la strada è pessima, poi entrati in Montenegro diventa buona. Sono arrivato a Pluzine alla Guesthouse Zvono abbastanza presto. Buona bistecca con ottima musica, è sempre un ambiente piacevole. In camera WI-FI scarso. A letto presto.

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25 Giugno 2018 – 439 km, quarto giorno
Pluzine – Skopje

Che giornata! Il Durmitor National Park è bellissimo! Colazione alle 8, perché prima non ce n’è, poi via verso Zabljak con una ripida salita dove ad ogni uscita dalle gallerie scavate nella roccia un nuovo sorprendente panorama si prospetta davanti agli occhi. E poi su, dai 600 m si sale sino ai 1900 m s.l.m. Lo spettacolo è assicurato, colline verdi e fiori campagnoli di tutti i colori, cieli azzurri, laghi azzurri, mucche e pecore al pascolo con i relativi pastori (con lo smartphone però, non più con la formaggetta in mano). E strade magnifiche in un continuo saliscendi, veramente indimenticabile. Ritornato alla civiltà, si fa per dire, in una strada normale a due corsie, ci si sente quasi spaesati, dopo qualche decina di chilometri ho preso un’altra stradina direzione Kolasin, da rifare, silenzio assoluto, traffico inesistente. Insomma, sino alla frontiera con il Kosovo, passando per Dacici, tutte stradine a volte impegnative perse nella campagna più isolata del Montenegro. Passata la frontiera dove sono stati gentilissimi, ho fatto l’assicurazione – 10 euro – perché la carta verde non copre il Kosovo, subito inizia una ripida discesa dai 1700 si scende ai 250 m s.l.m. Non è una meraviglia, cittadine una dopo l’altra, la gente sembra un po’ sempre la stessa degli altri paesi Balcanici, nelle ultime decine di chilometri prima della frontiera con la Macedonia stanno costruendo l’autostrada quindi un sacco di operai al lavoro, camion avanti e indietro, insomma, il traffico occidentale se lo sognano, ma si danno da fare! Alla frontiera gruppi di bambini a cercare soldi. L’arrivo a Skopje purtroppo sotto la pioggia, la città non sembra male. Trovato l’Hotel Orange Inn, 35 euro con colazione e garage per la moto. La sera ho mangiato un panino in un take-away davanti all’hotel. E a letto presto! Che giornata, quante belle cose viste, che giornata!

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26 Giugno 2018 – 430 km, quinto giorno
Skopje – Idilevo

Giornata non delle migliori! Nel senso che mi aspettavo pioggia da un momento all’altro e fortunatamente è arrivata solo gli ultimi 90 km circa. A prescindere dalla pioggia una volta uscito da Skopje la strada non è mai stata bella, nel senso che è quasi autostrada ma solo qualche pezzo a due carreggiate e il panorama ai lati mai coinvolgente, diciamo campagna un po’ monotona. Sono arrivato al MotoCamp abbastanza presto, verso le 17, mi ha accolto Polly; il posto è molto carino molto bucolico, poi con la pioggia mi ha ricordato quando, da bambino, pioveva e ci mettevamo a leggere i giornalini con il rumore della pioggia di sottofondo. Wi-Fi scarso, dalla camera non funziona, dopo poco è arrivata una coppia di inglesi sessantenni in pensione che sono venuti a vivere in Bulgaria . Lei si chiama Gina, lui non ricordo, comunque simpatico e ci siamo messi un po’ a parlare, poi è arrivato da NoviSad un tedescone alto e grosso con la KTM 1290 ADV che mi sembra si chiami Sasha, e poi è sceso un altro tedesco dalla sua camera: Andreas, che insegna a fare enduro, così nella casetta ristoro ci siamo ritrovati assieme a parlare del più e del meno come se ci conoscessimo da sempre! A letto presto!

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27 Giugno 2018 – 366 km, sesto giorno
Idilevo – Shabla

Sveglia verso le 7 poi lavaggi, colazione, bagagli e saluti (al MotoCamp per la camera, una cenetta frugale e colazione ho speso 16,75 euro!). Per evitare la pioggia sicura ho cambiato itinerario, invece di andare a Nord direzione Sibiu, sono andato ad Est a Krapets, a toccare il Mar Nero, come suggerito da Andreas; a parte poche sporadiche gocce ci sono riuscito. Un centinaio di km prima di arrivare sono stato colpito sul casco da un uccello, neanche tanto piccolo, ha sbagliato i calcoli sulle sue coordinate e purtroppo ha fatto una brutta fine! Avevo fortunatamente la visiera abbassata, avrebbe potuto essere un incidente gravissimo! Il Mar Nero non è una meraviglia per chi è abituato al Mar Ligure, ma ha una sua atmosfera, sono arrivato a Krapets affamato verso le 14:15 e sono andato in un ristorante con terrazza sul mare come erano una volta in Italia, quelli semplici, tipo quelli che fanno vedere frequenta Montalbano in Sicilia. Il cibo niente male buone le melanzane al sugo e abbastanza buono anche il risotto ai frutti di mare (con sopra il formaggio a scaglie). Ho trovato un B&B nel paese vicino: Shabla, 20 euro, con moto in giardino. Ora devo pianificare il nuovo itinerario!

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28 Giugno 2018 – 450 km, settimo giorno
Shabla – Brasov

Le previsioni davano alta probabilità di pioggia ma all’ora della partenza, le 8:15 quando la casa era disabitata, niente pioggia, dopo pochi chilometri ho attraversato la frontiera e sono entrato in Romania. Ho evitato Constanta e ho preso la grandiosa e semideserta autostrada che arriva a Bucarest, aspettandomi sempre la pioggia da un momento all’altro invece sono passati quasi 280 km all’asciutto prima che si scatenasse l’inferno. Ho fatto a tempo a fermarmi sotto un cavalcavia per vestirmi più accuratamente per la pioggia e poi via per la strada che inizia a salire verso Busteni per poi scendere in direzione Brasov; fatta senza la pioggia non deve essere male. Arrivato nella periferia della città ho individuato Casa Anemyra (20 euro) dove sono arrivato fradicio, la titolare prima mi ha acceso il riscaldamento per poter asciugare i vestiti e i vari accessori e poi mi ha dato un asciugacapelli che ho utilizzato pazientemente per asciugare le parti più noiose. Sono andato a cena in un vicino ristorante “tutto grandioso” e il cibo non era male. Al ritorno in camera a pianificare il domani cercando di evitare la pioggia, senza troppe illusioni. Alla fine ho deciso di rinunciare ai Carpazi ucraini e dirigermi verso l’Ungheria dove sembra che le perturbazioni stiano spostandosi lontano.

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29 Giugno 2018 – 532 km, ottavo giorno
Brasov – Makò

Niente colazione, partito con la pioggia ed arrivato con la pioggia! Uscito da Brasov la strada si snoda fra le belle colline verdi, arrivato a Fagaras una breve sosta per acquistare pane e formaggio ad un Lidl, poi via nella pioggia sino a Sibiu dove è iniziata l’autostrada, noiosa, semideserta, ma almeno ci si rilassa. A 60 km circa dall’arrivo ha smesso di piovere e mi sono tolto i sovrapantaloni -anche perché alla partenza c’erano 15°C e smesso di piovere la temperatura è salita rapidamente a 30°C- a 8/9 chilometri dalla destinazione è scoppiato all’improvviso un temporale fortissimo, non c’era possibilità di riparo per cui visto anche il forte vento ho accostato a destra per aspettare che diminuisse, sono ripartito e dopo un attimo è riscoppiato di nuovo per cui mi sono fermato sotto la tettoia di un distributore alla periferia di Makó. Arrivato alla pensione mi hanno dato una bella camera con radiatore per ripetere l’asciugatura. Cena e a letto. Da domani il clima dovrebbe migliorare e smettere di piovere!

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30 Giugno 2018 – 347 km, nono giorno
Makò – Keszthely

Finalmente il Sole da subito, caldo eh!, ma benvenuto. Dopo una colazione sostanziosa via da Makó per le strade un po’ monotone dell’Ungheria, il tragitto di oggi si è svolto con un’altimetria fra i 65 e i 214 m s.l.m., ho detto tutto: PIATTO. Anche i panorami sono ripetitivi, enormi campi di mais, enormi campi di girasole ed enormi campi di grano appena mietuto. Per rompere la monotonia mi è entrata un’ape dentro il casco e mi ha punto sul labbro, mi sono fermato immediatamente e ho premuto per far uscire il siero velenoso ma si è comunque gonfiato un pochino. Ad un centinaio di chilometri dalla destinazione mi sono accodato a due ragazzi ungheresi, uno con un KTM 1090 e l’altro con un BMW F650 GS monocilindrico, abbiamo fatto una cinquantina di km assieme e poi ci siamo salutati! Arrivato a Hévíz alla Arina Villa (25 euro, ottimo) ho preso possesso della camera e dopo una pausa ristoro mi sono messo a dare una lavata alla moto visto che il proprietario molto gentilmente mi ha concesso anche la canna dell’acqua per farlo. Ora esco e vado a cercare un ristorante. Ho anche wi-Fi, trovato! Si chiama Teri – Mama, vediamo come finisce, ho preso ramp-steak con anelli di cipolle! Buonissimi.

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01 Luglio 2018 – 365 km, decimo giorno
Keszthely – Ciginj

Dopo un bel caffè offerto dal russo, il proprietario della pensione, via fra gli applausi! Clima perfetto, sole e temperatura sui 17°C, dopo una ventina di km su strade perfette, ho cambiato strategia, via dalle superstrade e visto che i km da percorrere sono pochi, circa 350, vado a cercare le stradine. E le trovo, belle, passo in mezzo alle cittadine perse nella campagna, poi ecco il confine con la Slovenia, cambia un po’ l’architettura delle case e le strade, sempre belle, ma un po’ più lasciate andare, mi sembrano un po’ più strette. La campagna è simile, ma la dimensione delle piantagioni appare più piccola. Anche qui l’altimetria non sale, però un po’ più di curve, su è giù per le colline. Mi sono fermato in un paesino al supermercato Mercator per comprare il pane, formaggio e due pesche, così appena trovo un posticino mi fermo, mi rilasso e mangio. Poi proseguo sempre su e giù per le colline, fra campi coltivati e boschi con i cartelli “attraversamento cervi” sino a che verso le 12 trovo uno spazio con tavolo e panche, molto carino, e mi fermo. Lungo la strada, in alcuni crocicchi ci sono dei Crocifissi con Gesù e sotto più in piccolo la statua della Madonna, a terra fiori, forse propiziatorie per la buona riuscita delle semine nei campi, alcuni sembrano molto antichi e consumati dal tempo. Sono arrivato a Tolmin verso le 17, carina la Guesthouse Sobe Silva, molto gentili, mangiato un primo nella vicina pizzeria. Wi-Fi buono. Buonanotte!!!

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02 Luglio 2018 – 489 km, undicesimo giorno
Ciginj – Bormio

Con una buona colazione inizia la giornata, poi saluto la Signora Silvana e parto. Log Pod Mangartom non è distante, solo una cinquantina di chilometri, vorrei salutare Riccardo Aldegheri che incontrai nel 2015 al ritorno dal viaggio ad Odessa e che mi diede indicazioni per il viaggio in Iran. Mi ha offerto il caffè, fatto con la moka, e abbiamo parlato un po’ dei nostri viaggi in motocicletta, di confini e di frontiere, il nostro argomento preferito. Poi riprendo la strada seguendo il suggerimento di Franco (Cozzani) di percorrere il Passo Zancolan che ha una pendenza impressionante, pensare di farlo in bicicletta!! Mi sono prefisso di dormire a Bormio e la strada è ancora lunga, a Cortina d’Ampezzo faccio benzina e mi avvio sullo splendido Passo Giau, prati verdi e montagne maestose, per me uno dei più belli, sia come strada che come panorami. La discesa verso Bolzano e la superstrada verso Merano e ancora più su, ai piedi del Passo dello Stelvio, sono stancanti e monotoni, anche perché la temperatura è salita parecchio, ma finalmente nell’ora migliore, quando il traffico è inesistente e la strada è tutta mia e di una coppia di turisti cinesi con una Mini a noleggio, percorro il passo più alto d’Europa, 2757 m s.l.m. La sensazione di libertà e quella di far parte della natura è inebriante, tornante dopo tornante sempre più su, qualche goccia di pioggia non fa che stimolarmi a dare gas e a farmi sentire il rombo del motore all’interno del casco. Dalla vetta la ripida discesa verso Bormio e l’agognato riposo è breve, 25 km circa disturbati ancora da qualche goccia di pioggia e finalmente arrivo a Valfurva, all’Hotel Rododendri, 60 euro compresa cena e colazione, siamo in Occidente, i prezzi dell’Est sono finiti.

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03 Luglio 2018 – 396 km, dodicesimo giorno
Bormio – Domodossola

Alla sveglia il sole splende, malgrado le previsioni variabili la giornata sembra molto bella. I chilometri da percorrere non sono moltissimi, ma sono da percorrere in Svizzera, quindi con molta attenzione ai limiti di velocità e conseguente soglia di attenzione tensione. Finalmente sto salendo il Passo del Foscagno per poi scendere a Livigno dove faccio un bel pieno di benzina ad 1 euro circa il litro, ma subito si sale di nuovo verso il Forcola di Livigno e ancora, vicinissimo, il Passo del Bernina. Poi si scende sino a circa 1650 m s.l.m per poi risalire verso il Passo dell’Albula a 2260 m s.l.m, poco dopo il passo faccio una sosta per riposarmi e mangiare un po’ di pane ed emmental, intorno a me il silenzio della montagna interrotto solamente dal lontano rumore di una moto che va. On the road again, era da molto tempo che mi incuriosiva il Passo del Furka uno dei più alti in Svizzera, così dopo aver percorso anche l’Oberalppass, eccomi sulla vetta del Furka! Ritornato a bassa quota ho la brutta sorpresa di dover affrontare un forte temporale, mi sono fermato ad una stazione di servizio per vestirmi accuratamente e incontro un gruppo di quattro Harley Davidson di coppie Palermitane dirette ad un raduno a Praga, ci salutiamo e via, ognuno per la sua strada, fra lampi e tuoni. Appena passata Briga faccio una sosta per riposarmi, non ho fatto tantissimi chilometri ma sono stanco, mi stendo su di un prato a recuperare energie. Non mi rimane che scendere in Italia con il Passo del Sempione, quello di Corso Sempione a Milano, che mi sono sempre chiesto dove fosse il “Sempione”. Arrivo a Domodossola all’Hotel Europa, frequentato dai camionisti, 60 euro compresa la cena. A letto presto!

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04 Luglio 2018 – 399 km, tredicesimo giorno
Domodossola – La Spezia

Per l’ultimo giorno del viaggio ho deciso di fare tutte strade secondarie e di prendermela con calma. Ho davanti circa 400 chilometri gran parte dei quali in una zona per me sconosciuta ed una intera bella giornata per percorrerli. Dopo una buona colazione in hotel, partenza verso le 8:30 sulla strada statale che costeggia il Lago d’Orta, a occidente del Lago Maggiore, passo Borgomanero e mi ritrovo a seguire il Parco Naturale della Valle del Ticino sino a Pavia. Dalle parti di San Leonardo attraverso il Pò con un grande ponte in metallo, un po’ lasciato andare, sul quale campeggia la scritta: “Per Provvidenza dello Stato Risorto dai danni di guerra, l’anno MDCCCCL”, l’anno della mia nascita. Piano piano proseguo su piccole strade Provinciali attraversando le alte colline dell’Oltrepò Pavese; incontro un ciclista con la bici a terra che come me è rimasto colpito da un gruppo di mucche bianche che pascolano sulla collina e le vuole fotografare e su sua indicazione mi fermo a mangiare in un ristorante dalle parti di Ruino, poi proseguo per Bobbio dove alla vista dell’antico ponte mi sento a casa. Mi piacerebbe incontrare gli amici e allora mando un messaggio al gruppo whatsapp dei Bikers 5 Terre per vedere se qualcuno, libero da impegni, ha voglia di venirmi incontro e di stare un po’ assieme, l’unico che può è Gian Ruello, così decidiamo di incontrarci al solito bar a San Pietro Vara. Salgo a passo veloce a Santo Stefano d’Aveto e con il familiare Passo del Tomarlo mi avvicino a Bedonia e poi al Passo delle Centocroci. Strette di mano e abbracci con Gian, una coca insieme e poi via, ognuno per la sua strada, le ultime curve della Foce mi portano a casa.

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